Enogastronomia

La seada: il piatto tradizionale dell'Ogliastra (e di Lanusei)

La seada è uno dei piatti meno conosciuti in Italia ed è al contempo uno dei più famosi in Sardegna. A base di miele, semola e formaggio, con lo zucchero in qualità di condimento, si tratta sicuramente di uno dei piatti più mangiati sull'isola sarda. All'inizio fu erroneamente ritenuto un piatto spagnolo, il suo nome si è invece scoperto derivare dalla cebada, una graminacea che cresce in Sardegna sin dai tempi del Paleolitico. Oggigiorno la seada, o le seadas, viene prodotta praticamente in tutta la Sardegna. Le tipologie di seada più mangiate sono quelle con formaggio crudo e con formaggio cotto: oltre alle versioni più "artigianali", preparate secondo le antiche ricette della tradizione, oggi è possibile trovarne anche alcune di produzione più commerciale.

L'Origine della Seada

Sebbene le origini del piatto sono perdute nel corso del tempo, oggi si ritiene che la seada sia nata nelle zone pastorizie e agricole della Sardegna. Per questo la nascita del piatto viene fatta collocare tra la Gallura, l'Ogliastra, il Campidano e la Barbagia. All'origine considerata un secondo oggi è, invece, un dolce un po' speciale. I principali componenti del piatto sono il formaggio fresco acido, il miele, la scorza di limone grattugiata, la semola e lo strutto animale. L'ideale è il formaggio pecorino, perfetto per essere abbinato agli altri ingredienti che compongono il piatto.

Come si mangia la seada?

La seada va mangiata fresca, senza lasciare che la sfoglia si secchi. Nella situazione ideale va mangiata subito dopo la preparazione, ma è possibile consumare il piatto anche dopo 2 giorni dalla cottura. Può essere accompagnata da un buon bicchiere di vino bianco sardo, preferibilmente dolce e aromatico. Anche i vini rossi vanno bene, purché siano dolci. La seada va mangiata a piccoli pezzettini utilizzando una forchetta da dessert.

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